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Il paradosso dei sani che vogliono diventare disabili

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Messaggio Da Bravo0 Mar 10 Giu 2008, 14:30

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L’anno scorso ho scritto un articolo dal titolo “Amputarsi una gamba per sentirsi completi” in cui raccontavo dell’incredibile Body Integrity Identity Disorder (BIID), una condizione psicologica estremamente rara nella quale il soggetto sente di “abitare” un corpo che non corrisponde all’ immagine mentale che ha di se stesso. La cosa incredibile è che il “corpo immaginato” e desiderato da queste persone è un corpo amputato o paraplegico: chiedono dunque di poter essere amputati o di aver paralizzate gambe o braccia perfettamente sane per raggiungere “una completezza” che sentono di non possedere. Quando non ricevono ascolto o dopo aver tentato inutilmente una psicoterapia o una cura psicofarmacologica, possono provare a provvedere autonomamente con i mezzi più atroci pur di raggiungere il loro scopo, talvolta morendo nel tentativo.
Recentemente è apparso un lungo articolo su questo argomento su Newsweek che aggiunge qualche informazione interessante.
Intanto pare che esistano dozzine di siti web per persone BIID che richiedono a gran voce la possibilità di accedere a una chirurgia sicura e legale per le amputazioni o alla supervisione medica per diventare paraplegici. Fra i siti citati si menziona www.transabled.org che dichiara 1,500 visitatori al giorno, www.biid-info.org, e un Yahoo Group di supporto di circa 1700 membri.
I frequentatori di questi siti sembrano essere per lo più maschi, di mezza età, profondamente convinti che il BIID non sia una malattia mentale e non possa essere trattata come tale, ma rappresenti un tratto dell’identità, eventualmente di natura neuropsicologica, a cui solo la chirurgia può porre soluzione, un po’ come succede a coloro che hanno un disturbo dell’identità di genere (transessualismo) e possono ricorrere alla chirurgia di riattribuzione del sesso.
Il dott. Michael First, professore of psichiatria clinica alla Columbia University di New York, ha condotto nel 2005 uno studio* telefonico su 52 persone con BIID, rilevando come esse non risultino psicotiche, non abbiano difficoltà relazionali e siano completamente ancorate alla realtà, pur vivendo la dolorosa sensazione di qualcosa di profondamente sbagliato e intollerabile nel loro corpo integro.
Nel 2007 V. Ramachandran ha scritto un articolo in cui ipotizza un parallelismo fra BIID e somatoparafrenia. In questa ultima condizione, che può verificarsi dopo un ictus nel lobo parietale destro, il paziente nega la “proprietà” di un suo arto sul lato sinistro del corpo, tipicamente il braccio. Questi pazienti possono descrivere l’arto come estraneo e alieno, come appartenente a qualcun altro o come staccato dal corpo e giacente inerte nel loro letto. Ovviamente sviluppano per questo arto estraneo una forte repulsione emotiva.
Poiché questo fenomeno occorre dopo un danno al lobo parietale, Ramachandran suggerisce che questa zona del cervello giochi un ruolo molto importante nella costruzione dell’immagine corporea. Egli postula dunque che all’origine del BIID esista un disturbo funzionale della corteccia parietale destra probabilmente di origine genetica, come suggerisce il fatto che la maggior parte dei pazienti BIID datino l’insorgenza dei loro sintomi nella prima infanzia. A causa di questa disfunzione nel lobo parietale destro non si formerebbe mai, nel cervello di queste persone, un’immagine corporea completa e coesa, per cui essi sono in grado di sentire che, ad esempio, una gamba è lì in quel punto, attaccata al bacino, ma sono dolorosamente afflitti dalla sensazione che non “dovrebbe” essere lì, che si tratti di un surplus, qualcosa di profondamente sbagliato.
Altri ricercatori eccepiscono che, se l’identificazione come amputato originasse realmente da una disfunzione cerebrale, dovrebbero esserci altri sintomi oltre al desiderio di liberarsi dell’arto estraneo: dovrebbe essere difficile usare la gamba, per esempio, o dovrebbero esserci segni di inattenzione all’arto (neglect).
La stessa comunità di BIId.info si chiede se questa ipotesi di Ramachandran possa rendere conto delle diverse forme di BIID che comprendono anche il desiderio intenso di diventare paraplegici, ciechi, sordi o colpiti da altre disabilità non frutto di amputazione.

Come diceva Georg Büchner "Ogni uomo è un abisso, e a guardarci dentro, gira la testa"

*Abstract | Desire for amputation of a limb: paraphilia, psychosis, or a new type of identity disorder.
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