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Quello che la mente fa quando non ha niente da fare

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Messaggio Da Bravo0 Mer 21 Mag 2008, 10:13

Quello che la mente fa quando non ha niente da fare 2326999325_6235dc569f066a

In assenza di un qualche compito che richieda un processamento volontario (ascoltare qualcuno, guardare la televisione, annaffiare le piante) la mente tende a vagare fluttuando da un pensiero all’altro con facilità e fluidità.
E' quello che chiamiamo sogno ad occhi aperti, o "flusso di coscienza".
Data la pervasività del fenomeno nella vita quotidiana di tutti, è stato suggerito che la "mente divagante" sia una specie di condizione psicologica di base dalla quale le persone partono quando la loro attenzione è richiesta altrove e tornano una volta che il compito non richiede più la supervisione cosciente.
In altre parole il cervello “a riposo”, in “default mode”, equivarrebbe a quel fluttuare senza meta così caro a James Joyce e che gli scienziati chiamano, meno romanticamente, “pensiero indipendente dallo stimolo”.

Una ricerca pubblicata recentemente su Science non solo ipotizza che cervello-a-riposo e pensiero-stimolo-indipendente siano equivalenti, ma dimostra anche che le aree cerebrali sottese al cervello in default mode, il cosiddetto "default network", sono le medesime che si attivano nelle divagazioni del pensiero.
I ricercatori hanno infatti dimostrato che questa rete di aree si attiva in misura proporzionale alla propensione dei soggetti a fare sogni ad occhi aperti, così come da essi stessi riferito.
Inoltre danni ad alcune di queste aree sono associati proprio con “vacuità mentale” e assenza di pensiero e discorso spontaneo, così come lo sviluppo di placche in queste regioni, dovuta all'età, è associata con una riduzione della propensione alla divagazione mentale.
Presi assieme questi risultati producono un' evidenza convergente del ruolo del default network nella mente divagante.
Naturalmente alle attività del default network sono associate sicuramente altre necessarie funzioni cognitive, diverse dal “flusso di coscienza” o dal sogno ad occhi aperti: la propriocezione, l'autocoscienza, la consapevolezza del flusso stesso!
Ma perché il cervello produce spontaneamente immagini, voci, pensieri e sensazioni, in assenza di una “richiesta” di pensiero?
Secondo i ricercatori una possibilità è che il pensiero stimolo indipendente abiliti gli individui a mantenere un livello ottimale di attivazione così da facilitare l’esecuzione dei compiti che richiedono attenzione, una specie di "minimo" delle auto.
Una seconda possibilità è che il pensiero indipendente dallo stimolo sia una sorta di spontaneo viaggio mentale nel tempo e produca un senso di coerenza per le esperienze passate, presenti e future di una persona.
Una terza possibilità è che la mente divaghi non per raggiungere qualche obiettivo estrinseco, ma semplicemente perché si è evoluta sviluppando una generica abilità a dividere l’attenzione e a gestire compiti mentali concorrenti (in parallelo).
Non c’è alcuna prova che questi pensieri stimolo-indipendenti siano adattivi o utili. Forse la mente divaga semplicemente perché può farlo.

Link | Wandering Minds: The Default Network and Stimulus-Independent Thought Science 19 January 2007: 393-395.

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