Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

Perché le cose restano sulla punta della lingua?

Andare in basso

Perché le cose restano sulla punta della lingua? Empty Perché le cose restano sulla punta della lingua?

Messaggio Da Bravo0 Mer 21 Mag 2008, 10:19

Perché le cose restano sulla punta della lingua? My_mind_by_rbdg-thumb

Certe volte vi sarà capitato di avere la piena certezza di conoscere il nome di una persona o di un oggetto o di un luogo, ma di non riuscire a ricordarlo.
L’elemento è stato codificato in maniera approfondita ed è stato ben memorizzato, ma risulta temporaneamente inaccessibile.
La consapevolezza di possedere l’informazione, ma di non riuscire a recuperarla è il tratto distintivo del fenomeno “sulla punta della lingua” ( “tip-of-the-tongue state” per chi mastica l’inglese, di seguito TOT).
In alcune occasioni si riesce persino a produrre un’ informazione fonologica o semantica parziale relativa all’elemento in questione. Come quando uno non ricorda che quella conoscente si chiama Rosa e dice: “inizia con la R” oppure “ha il nome di un fiore!....Margherita? Naaa”.
Gli episodi di TOT spesso si risolvono rapidamente. Diversi studi hanno dimostrato che la metà degli item sulla punta della lingua tornano in mente entro 1 minuto o poco più, benché esistano alcuni item che vengono ricordati solo diversi giorni dopo.
La spiegazione classica del TOT lo riconduceva a un blocco (blocking theory) dovuto al recupero interferente di item simili, ma scorretti. In altre parole si riteneva che il TOT fosse dovuto al fatto che un item somigliante (nel suono o nel significato) bloccava il recupero della parola obiettivo per interferenza. Come nel caso del nome Margherita.
Uno studio di Jones e Langford nel 1987 diede supporto a questa ipotesi. I due ricercatori fornirono ai loro soggetti alcune definizioni di parole a bassa frequenza. Subito dopo fornirono liste di parole che potevano essere collegate (fonologicamente o semanticamente) con la parola obiettivo oppure no.
Rilevarono, in quella occasione, che le parole “collegate” producevano più TOT delle parole non collegate e dedussero che le parole collegate bloccavano per interferenza il recupero della parola obiettivo.
Alcuni anni dopo altri ricercatori ottennero, con lo stesso paradigma, risultati diversi.
Vediamo nel dettaglio lo studio di Lori E. James.
Ai soggetti vennero fatte delle domande di cultura generale disegnate per evocare parole a bassa frequenza d'uso. Per esempio: ”Quale parola indica la rinuncia formale al trono?”.
La parola obiettivo era naturalmente “abdicare”
Per alcune sessioni dell’esperimento le domande erano precedute da una serie di 10 parole in priming, metà delle quali condividevano almeno un elemento fonologico con la parola obiettivo. Ad esempio la parola “abstract” (estratto in inglese) che condivide le prime due iniziali.
Contrariamente agli studi precedenti, i soggetti rispondevano più correttamente ed avevano meno TOT quando avevano letto in priming la parola "abstract" rispetto a quando avevano letto una parola senza nessuna attinenza fonologica con la parola “abdicare”.
Questi studi dimostrarono che l’ipotesi del blocco andava rivista. Quantomeno quella del blocco fonologico. E allora che cosa causa il TOT?
Gli autori proposero il Modello del Deficit di Trasmissione.
In altri termini una parola resterebbe sulla punta della lingua, non perché viene ostacolata da altre parole simili, ma perchè si attiverebbe la sua la rappresentazione semantica, ma non la sua rappresentazione fonologica. Se quindi arriva in aiuto una parola collegata fonologicamente, la parola obiettivo improvvisamente salta in testa.
Secondo questo modello, ricordare improvvisamente quello che era rimasto sulla punta della lingua deriverebbe proprio dal fatto che qualche elemento fonologico nell’ambiente è arrivato in nostro soccorso.
Ad esempio, nel caso della nostra povera amica Rosa, potremmo improvvisamente ricordarci come si chiama se leggiamo da qualche parte che la “rosacea” è una malattia della pelle.
Una terza spiegazione del fenomeno della "punta della lingua" si basa sulla cosiddetta "attivazione parziale". In altre parole una parola sarebbe temporaneamente inaccessibile perchè subirebbe una attivazione in memoria insufficiente al recupero. E' come se fosse "accesa" troppo debolmente e avesse bisogno di una spintarella (una parola collegata fonologicamente o semanticamente) per entrare nella memoria cosciente.

Naturalmente questi sono solo alcuni degli innumerevoli studi che si sono concentrati su questo intrigante fenomeno. La letteratura in merito è infinita e le ipotesi speculative sono tante. Utilizzate questo post solo come punto di partenza per l'approfondimento.

Fonti |
Jones, G. V., & Langford, S. (1987). Phonological blocking and the tip of the tongue state. Cognition, 26, 115-122.
Lori E. James, Deborah M. Burke (2000) Tip of the Tongue, Phonological Priming and Aging (pdf)
Meyer AS, Bock K. (1992) The tip-of-the-tongue phenomenon: blocking or partial activation? (pdf)


[Psicocafè]
Bravo0
Bravo0
Staff Service
Staff Service

Numero di messaggi : 2006
Data d'iscrizione : 17.11.07

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.